Interpello e consulenza giuridica sono istanze per la corretta interpretazione di una norma con effetti sostanzialmente differenti

L’interpello è un’istanza che il contribuente rivolge all’Agenzia delle Entrate prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, per ottenere chiarimenti in merito all'interpretazione di una norma obiettivamente incerta, relativa a tributi erariali, da applicare a casi concreti e personali.

L’istituto dell’interpello è differente dalla consulenza giuridica. Mentre l’interpello, infatti, è finalizzato alla soluzione di casi concreti e personali, la consulenza giuridica si occupa dell'individuazione del corretto trattamento fiscale di fattispecie riferite a problematiche di carattere generale prospettate, anche nel corso di attività di controllo o in sede di esame di istanze di rimborso o di autotutela, da:

• Uffici dell'Amministrazione Finanziaria, inclusa Equitalia;
• Associazioni sindacali e di categoria e Ordini professionali;
• Amministrazioni dello Stato, enti pubblici, enti pubblici territoriali e assimilati e altri enti istituzionali operanti con finalità di interesse pubblico.

Il parere espresso dall’Amministrazione nell’ambito della consulenza giuridica non è vincolante. L’adeguamento del contribuente al parere espresso dall’amministrazione ha come unica conseguenza la non applicabilità di sanzioni o interessi moratori.

Rispetto all’interpello quindi la funzione della consulenza giuridica è ridotta e deve considerarsi semplicemente, come una delle vie volte a favorire una compartecipazione nella gestione del rapporto d’imposta, in una logica di ricercata tax compliance, e non presenta le potenzialità deflattive proprie dell’interpello.